



Avete voglia di un bicchiere di Pinot? Che si tratti di Pinot Nero o di Pinot Nero, noi altoatesini siamo orgogliosi del nostro ‚Blauburgunder’, tanto da poter dire di averlo adottato. Ma come ci poniamo rispetto al mondo del vino globale?
Quindi è bene dare un'occhiata fuori. Il sommelier dello Sparerhof ha accettato l'invito di Daniel Verdorfer a mettere alla prova i vini dell'Alto Adige non lontano dall'antica capitale dei Longobardi, Pavia.
Con il suo clima ventoso, il paesaggio collinare dell'Oltrepo Pavese è la capitale italiana del Pinot. È qui che la famiglia Odero della cantina Frecciarossa coltiva il Pinot Nero da 100 anni ed è pioniera in Italia. La cantina è quindi il luogo ideale per avere una breve panoramica del vitigno in tutte le sue varietà e sfaccettature.
Il punto di riferimento resta ovviamente la Borgogna e, sebbene Meo Camuzet e compagnia non fossero purtroppo presenti, siamo riusciti a farci un'idea dei vini entry-level e di fascia media. Duband, Vincent Bouzereau, MIA avevano un bell'accesso, un'acidità ben bilanciata, sapori più freschi che andavano dall'arancia amara al rabarbaro. Mentre i vini del Nuovo Mondo, della California e dell'Australia sembravano più ampi e con un approccio più kitsch e ricordavano la gomma americana.
Per gli spumanti: Bruno Paillard è ancora un top champagne (chi l'avrebbe mai detto). A Pavia, non va dimenticato l'Oltrepò pavese metodo classico da 100% Pinot nero di Frecciarossa. Con un approccio più ampio ma ben bilanciato, il vino ha una lunghezza piena e un profilo gustativo chiaro.
E gli altoatesini? Abbiamo assaggiato con tenuta Rohregger e Tenuta Tiefenbrunner, due produttori altoatesini con approcci diversi.
I due produttori elaborano i sapori del Pinot Nero in base alle loro esigenze di complessità o accessibilità. Mentre Rohregger elabora la complessità attraverso una leggera riduzione, l'idea di Tiefenbrunner rimane quella di un Pinot Nero a base di acidità e a fruttato primario e secondario, ben elaborato e pronto da bere.
Qual è la conclusione? Come ci si confronta a livello internazionale? Il fatto che il Pinot Nero altoatesino possa fare qualcosa è ormai riconosciuto ovunque. E anche se due viticoltori non possono parlare per l'intera regione, si sta delineando un quadro entusiasmante. Una moltitudine di idee e visioni diverse dei viticoltori incontra una piccola regione vinicola. Così che i risultati di due viticoltori (nelle nostre vallate ristrette, in qualche modo siamo tutti i vicini del altro) scompaiono completamente.
Sebbene non sia molto utile confrontare la diversità degli stili altoatesini sulla base di tre o quattro vini del mondo enologico internazionale, credo che non esista un luogo al mondo in cui le differenze siano maggiori che in Alto Adige. E se non siete ancora convinti, siete invitati a fare il confronto da soli. La carta dei vini dello Sparerhof riflette molto bene queste differenze ed è stata recentemente completata con alcune nuove aggiunte.